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“Ci rendiamo conto di trovarci alla presenza di uno di quei creatori che, a buon diritto, sono considerati custodi della luce.”

MOSTRA “OMOTAGE A WASSIL IVANOFF”

1974

Max-Pol Fouchet
Wassil Ivanoff è nato il 20 maggio 1909 a Sofia (Bulgaria). Inizialmente si è dedicato alla musica (violino). In seguito ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Sofia, dove si è diplomato nel 1939. Nel 1937 ha partecipato alla 12ª Mostra degli artisti bulgari. Fino alla sua morte ha preso parte a tutte le esposizioni nazionali bulgare.

“L’opera di Wassil Ivanoff appartiene, certamente, al campo dell’arte, e la scienza manuale che queste immagini testimoniano, la stessa maestria con cui egli proietta sullo sfondo nero le sue forme bianche o colorate, la precisione del disegno e dell’intento, non lasciano alcun dubbio. Quest’arte è solo un mezzo, poiché è al servizio di una poesia, di un pensiero, di una visione che vanno ben oltre il mero compimento dell’estetica, rivelando una profondità singolare, non riducibile a nessun’altra, unica. Abbiamo visto Wassil Ivanoff di fronte al suo foglio nero, impugnando il gesso bianco. La sua abilità nel maneggiarlo aveva la fulminea rapidità del lampo. Come il lampo improvvisamente illumina la notte e la zebra con i suoi tratti, permettendoci di scoprire, in un istante, il più vasto paesaggio, anche la mano di Wassil Ivanoff rivelava, sullo sfondo nero, segni e forme, i loro contorni e sfumature. Ci trovavamo di fronte a uno di quei creatori che sono, in senso proprio e figurato, guardiani del giorno. Non sbagliarsi: questa destrezza non deriva da una semplice abitudine. Segue profonde pulsioni che esteriorizza e manifesta. Qui tutto proviene dall’interno, e l’interno sa farsi obbedire. Le immagini di Wassil Ivanoff emergono dal mondo che egli porta dentro di sé. Sono la rappresentazione di un universo lungamente sorretto, lungamente meditato. Per l’artista, si direbbe, si tratta di conferire all’immagine della sua visione una proprietà sia oggettiva che non oggettiva, tra reale e irreale, in modo che sia sempre offerta tra i due un passaggio, una via da percorrere e intraprendere.”

Questo mondo, eccolo qui. Siamo qui. Non possiamo essere altrove. Mentre lo guardiamo, lo viviamo e la nostra vista diventa vita. Davanti a tali disegni, dobbiamo pensare che siamo arrivati su una terra dove trepidazioni presto mutate in terremoti hanno provocato qui l’innalzamento di blocchi, lì il crollo di strutture? Le dimensioni dei personaggi, a volte presenti, ci aiutano a misurare l’entità del misterioso evento, tanto sono minuscoli di fronte a queste pietre, tra questi massi, in queste gole e questi canyon, su queste terrazze inaspettate. Che opera stanno rappresentando questi attori, in questo scenario di crepuscoli degli dei? Si rendono conto dell’abolizione di qualche Walhalla, a causa di un errore contro i riti e lo spirito? I loro gesti a volte indicano lo stupore, davanti ai resti in cui si possono decifrare i fantasmi di antichi santuari e le forme pietrificate, come erose dal tempo, si ergono come effigi di potenze abbandonate. Altrove, non siamo forse testimoni di una genesi? Grandi forme flessuose si alzano, si avvolgono attorno ai vuoti che generano, si intrecciano, si innalzano, chiare o colorate, in un movimento perpetuo, o monumentalmente fisse nello spazio. Spesso dotate di erotismo, nell’accettazione primaria del termine, sembrano essere alla ricerca di altre forme. Un mistero, il più alto senza dubbio, si lascia intravedere: il desiderio dell’altro, il desiderio di unirsi all’altro, la speranza della coppia, l’abolizione delle distanze e dei contrasti nell’amore. In altri termini, la ricerca dell’unità, la ricerca fisica e metafisica, inesauribile, inesauribile. Libero ad ognuno di inventare…

L’arte consiste nel rendere visibile l’invisibile che portiamo. Ogni conoscenza delle forme è, in verità, un riconoscimento. Questo è il ruolo superiore di un certo tipo di arte, quello dei visionari, come ad esempio Blake, o Monsu Desiderio, e quello di Wassil Ivanoff. Mai come nelle sue opere più grandi si rivela un “riposizionamento” così grande, l’inesprimibile trasformandosi in esprimibile, e la fonte confondendosi con la notte delle origini e la chiarezza degli estuari.

Max-Pol Fouchet, 1913–1980, fa parte degli intellettuali provenienti da Algeri in metropoli, desiderosi di sensibilizzarla all’arte moderna e alle mutazioni sociali (uno di loro era Camus). Scrittore, critico e giornalista, “si trovò”, quando negli anni ’50 divenne presentatore delle prime trasmissioni culturali alla televisione francese. Aveva lo scopo di utilizzare l’arte per aiutare le persone a alzare gli occhi dal Lebenswelt alle stelle sopra di sé. I suoi programmi rimarranno impressi come un paradigma di persuasione, gusto e semplicità, evitando la banalizzazione e lo snobismo. In sintesi, il suo cuore era sempre aperto alla bellezza e alla bontà, come testimoniano le sue righe esaltanti su Wassil Ivanoff.

Wassil Ivanoff

Principali esposizioni

1946; 1955; 1957 – SOFIA

1962; 1966 – Mostra "Cosmos", SOFIA

1958 – BUDAPEST, LONDRA

1963 – BEIRUT, CRACOVIA

1966 – LIPSIA

1967 – BERLINO (EST)

1967 – BERLINO (OVEST)

1971 – Galerie du Soleil, GINEVRA

1972 – Hall de la Préfecture, CERGY-PONTOISE

1971 – Galerie Transposition, PARIGI

1971 – Galerie Piera, NEUILLY

1974 – Galerie Look, PARIGI

1974 – Galerie Look, PARIGI

1974 – Galerie Hexagramme, PARIGI

2006 – Galerie Martin-Blasselle, NIZZA

Visioni Celesti

Il CICLO COSMICO immerge lo spettatore in paesaggi cosmici, corpi celesti e l'immenso ignoto. Il mezzo monocromatico amplifica il senso di profondità e infinito, evocando una profonda connessione con l'universo. Un viaggio attraverso lo spazio e oltre, catturato in contrasti suggestivi di gesso bianco su carta nera.

Max-Pol Fouchet

MOSTRA "OMOTAGE A WASSIL IVANOFF"
„Le opere di Wassil Ivanoff sono indiscutibilmente arte, e la maestria della mano che le ha create, la stessa virtuosità con cui l’artista ha proiettato queste figure bianche o colorate sullo sfondo nero, la sicurezza del disegno e della visione non lasciano dubbi al riguardo. Tuttavia, questa abilità è solo un mezzo al servizio di una poetica, di un pensiero, di una visione che va oltre il semplice risultato estetico, rivelando una profondità unica e senza pari.“
Prof. Chavdar Popov, D.A.
OSSERVARE LA NATURA E VISUALIZZARE IL COSMO
„A proposito, la prima mostra con opere di questo ciclo fu inaugurata a metà degli anni Sessanta a Sofia. Curiosamente, poco dopo l'Enciclopedia delle Belle Arti di New York lo definì il precursore di una nuova corrente artistica, allora chiamata "Grafica Cosmica". Proprio con questi disegni, e soprattutto attraverso di essi, Wassil Ivanoff rimase in gran parte al di fuori delle principali tendenze e correnti stilistiche dell'arte bulgara del XX secolo.“
Kalin Nikolov
NELL'EPOCA DELL'ARTE VERA
„Al di fuori o all'interno della temporalità dell'arte! Ha seguito la ricerca delle tendenze attuali, ha intrapreso un percorso profondo e rischioso nella sua opera, è stato il primo astrattista bulgaro e si è distinto per una filosofia e un modo di lavorare completamente individuali.“
Deyan Kiuranov, PhD
WASSIL IVANOFF, COME CREATO DA SÉ STESSO
„Nel 1971, l'artista visivo Wassil Ivanoff si recò a Parigi dalla sua città natale, Sofia. Per un artista della Repubblica Popolare di Bulgaria, com'era chiamata all’epoca, Parigi non era solo un luogo d’incontro con l’arte mondiale, ma anche parte dell’Occidente, dove l’arte veniva valutata in modo diverso, sia dal punto di vista estetico che commerciale. Dal punto di vista del mercato, il soggiorno di Ivanoff non fu un successo.“

„...Riconosciamo di trovarci alla presenza
di uno di quei creatori che,
a pieno diritto, sono custodi della luce...“

Max-Pol Fouchet

Oltre al ciclo emblematico “COSMO”, la collezione Anastasov comprende oltre 600 opere, tra cui ritratti poco conosciuti, paesaggi, nature morte, nudi e motivi astratti.

Tratti Elementari

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